L’ARDENTE DESIDERIO DI MERITARE CIÒ CHE SI HA | TrentinoMese - Appuntamenti, incontri e attualità trentina - magazine trentino

L’ARDENTE DESIDERIO DI MERITARE CIÒ CHE SI HA

DAL PRIMIERO ALL’ETÀ DI 15 ANNI PENELOPE SCARIAN È PARTITA ALLA VOLTA DI LONDRA PER INSEGUIRE IL PROPRIO SOGNO: DIVENTARE BALLERINA PROFESSIONISTA E POTER LAVORARE IN UNA PRESTIGIOSA COMPAGNIA. FELICE E ORGOGLIOSA PER AVER TROVATO LA SUA STRADA, DOPO LO STUDIO INTENSIVO DELLA DANZA A CASTELFRANCO VENETO, HA SUPERATO UNA DIFFICILE AUDIZIONE PER POTER ACCEDERE ALLA SCUOLA DELL’ENGLISH NATIONAL BALLET, DOVE STA LAVORANDO SODO PER “CONTINUARE AD ALIMENTARE IL FUOCO” DI TERSICORE CHE SENTE VIVO DENTRO DI SÉ

Come è avvenuto l’incontro con la danza?
“Avevo circa sei anni quando per la prima volta ho visto a Trento il balletto dello Schiaccianoci e poco dopo mia mamma mi ha iscritta ad un corso di danza. Da allora è scattato un fuoco dentro di me, che ho dovuto continuare ad alimentare. Mi considero fortunata ad aver trovato la mia vocazione. Ringrazio mia mamma che ha capito che per me la danza non era un semplice passatempo. Per questo mi ha sempre sostenuta, ma anche se cambiassi idea sono comunque certa che lei mi sosterrebbe.
Per quattro anni ho frequentato un corso di danza alla scuola musicale del Primiero. Per un anno, quando questa scuola ha chiuso, sono andata a studiare a Levico dove, con grande sacrifico, i miei genitori hanno fatto di tutto per potermi accompagnare a lezione circa tre volte a settimana. In questo anno mi sono preparata per poter poi frequentare la scuola di danza Il Balletto a Castelfranco Veneto, un’ottima realtà formativa, dove mi sono trasferita per quattro anni. Il primo anno è stato duro perché ho dovuto mettermi al pari del gruppo della mia classe che era più avanti. Ho avuto l’opportunità di studiare tutte le tecniche di danza classica, grazie anche alla presenza di insegnanti qualificati fissi, come una coppia russa, e docenti ospiti. Questo mi ha preparato ad essere versatile.”
La partecipazione a concorsi e competizioni in Italia e all’estero cosa ha rappresentato?
“Nel periodo di studio a Castelfranco Veneto, all’età di 13 anni, ho iniziato a competere in concorsi, prima in gruppo e poi come solista. Ho partecipato a più di 30 concorsi, la maggior parte vinti. I più importanti, per il loro carattere internazionale, sono stati l’ISTD Awards di Londra e il “Pierina Legnani International Competition” di Lecco. Queste esperienze mi hanno dato visibilità e sono state un’occasione per potermi esibire davanti a giurie di esperti, oltre alla possibilità di essere sul palcoscenico, davanti ad un pubblico per potermi cimentare nell’interpretazione, indossando i panni di diversi personaggi. Così ho iniziato ad avere un’idea di come esprimermi. Ho sempre vissuto le competizioni come un’opportunità importante.
In seguito alla vincita di una borsa di studio ho iniziato a studiare in modo intensivo, per brevi periodi anche all’estero, come ad Amsterdam. Dopo cinque anni a Castelfranco ero finalmente pronta per poter tentare l’audizione a Londra, necessaria per accedere all’English National Ballet School. Ho fatto la pre-audizione in Italia e poi, a inizio 2017, ho partecipato alla selezione a Londra. Ora sto frequentando il secondo anno e penso di riuscire a diplomarmi a giugno 2020. Il sistema scolastico britannico è diverso: qua ho fatto l’esame per l’abilitazione linguistica e sto frequentando il Trinity College London’s Diploma in Professional Dance.”
Qual è l’aspetto più difficile nell’aver scelto la danza per la vita?
“Sicuramente è difficile riuscire a pensare ad un futuro stabile, per il fatto che un ballerino professionalmente ha vita breve. Terminati gli studi dovrò pensare a cosa fare e a quali scelte compiere. È quindi necessario prepararsi al meglio, perché il lavoro inizia presto e termina altrettanto presto. Un altro aspetto difficile è la rinuncia alla vita sociale, il non essere compresi dagli amici che magari decidono di tagliare i rapporti con te perché non riescono a capire la tua scelta…. Un’altra questione delicata che mi riguarda personalmente è la paura di farsi male. Attualmente sto vivendo questa condizione in seguito ad una recente slogatura alla caviglia, che mi sono procurata a lezione facendo sei salti, che mi ha tenuta ferma due mesi.”
Qual è invece l’aspetto più bello e gratificante?
“Contrariamente di positivo c’è che io sto vivendo il mio sogno, in una città fantastica che è una continua fonte d’ispirazione. Io sono immensamente felice di poter fare tutti i giorni, mettendoci tutte le mie energie, quello che amo. Mi sono innamorata della mia routine, che auguro a tutte le persone. Mi sento fortunata. Io voglio riuscire a meritarmi tutto ciò che ho.”
Pensando ad un futuro, seppur breve e instabile, quali sono i suoi obiettivi?
“Io ho tanti sogni e obiettivi. Sono giovane e quindi penso che prima del diploma cambierò idea tante volte. Al momento ambisco ad un contratto per poter danzare in una compagnia che valorizzi le mie qualità, in una città che mi sappia ispirare. Mi hanno sempre detto che ho un lato artistico sviluppato e che riesco a trasmettere l’amore che ho verso quest’arte. Oltre a maturare, devo migliorarmi su molte cose anche perché non possiedo le doti naturali dalle ballerine, come ad esempio le gambe lunghe e iper-estese, le linee, …. Su questo negli anni ho sempre dovuto lavorare duramente.”
Quali sono i suoi modelli ispiratori?
“Ho sempre avuto il mito delle ballerine inglesi del Royal Ballet di Londra, come la danzatrice Manuela Núñez (prima ballerina del Royal Ballet, ndr). Per me lei è un’artista a 360 gradi e appena mi è possibile vado a teatro ad ammirarla. La prima volta che ho visto il Royal Ballet è stato su YouTube a 12 anni, mentre lei poco dopo l’ho conosciuta ed ammirata nella Bella addormentata nel bosco.
A Londra la danza è un’arte stimata, mentre in Italia è sotto valorizzata. Quando dico che studio per fare la ballerina qua mi chiedono: «Seriamente e come lavoro cosa pensi di fare?!» A Londra questo non succede.”
Come si vive a Londra?
“Io non dispongo di molto tempo libero e quindi a Londra non riesco a fare la turista…. ma tempo a parte è una città fantastica, anche se molto costosa. La maggior parte dei musei è gratuiti e così ho la possibilità di visitare le gallerie d’arte. Di Londra mi piace l’architettura e i mezzi di trasporto sono quasi impeccabili.”
Cosa le manca dell’Italia e della sua casa?
“Mi manca molto il cibo italiano e soprattutto la cucina di casa della mia mamma e della mia nonna. Quanto ritorno a casa posso riposarmi e non devo cucinare, come invece sono costretta a fare a Londra. La famiglia, seppur lontana, la sento molto vicina. Mi mancano l’aria pulita e la tranquillità, a cui posso anche rinunciare, ma della danza assolutamente non posso fare a meno! ν