Silvia Merler: uno sguardo sul mondo



Chi ha partecipato all’ultimo Festival dell’Economia, all’incontro intitolato “Riuscirà l’Europa a imparare dai suoi errori?”, non può non aver notato che al posto dei consueti professoroni occhialuti-stempiati-incartapecoriti, dietro al banco dei relatori sedeva una ragazza molto giovane, esile e, soprattutto, trentina. È stato così che noi di TrentinoMese l’abbiamo scoperta. Quale occasione migliore per conoscerla meglio e per chiederle ragguagli su quanto sta avvenendo agli scenari economici europei?
Anche se Silvia Merler, questo il suo nome, 29 anni, membro del think thank economico Bruegel che ha sede a Bruxelles, è in partenza per gli USA, dove la attende un prestigioso dottorato alla Johns Hopkins University di Washington.
Niente paura, dopo aver letto le tappe della sua breve, ma intensa carriera, spostamenti di questo tipo sembreranno poco più che il tragitto del più pigro dei pendolari. (Non ci credete. Allora vi sveliamo dove ha trascorso le sue vacanze ferragostane: in Islanda…)

L’economia: un amore
a prima vista

Intanto diciamo subito che la scelta della strada economistica è stata tutt’altro che scontata. “Dopo il diploma al Liceo Prati ero indecisa se proseguire sulle materie classiche o se iscrivermi alla Bocconi. C’ho messo una settimana per decidere”.
Alla fine, Bocconi fu. E a toglierle ogni dubbio residuo, al terzo anno, è stato un corso di politica economica tenuto nientemeno che da quei due geniacci di Francesco Giavazzi e Guido Tabellini. “Era divertente, una specie di gioco. Ci assegnavano tesi e poi bisognava difenderle in un pubblico dibattito. Io dovevo dimostrare che non ci sarebbe stata una recessione negli USA… Era il 2005, eppure era già abbastanza evidente che stava arrivando…”
Insomma, un amore a prima vista questo per l’Economia, i numeri, grafici, lo spread e altre dispendiosissime amenità.
È alla Bocconi che Silvia impara ben presto come si legge in maniera imparziale il dibattito socio-politico. “In Italia, il dibattito non viene mai affrontato scientificamente, a parte qualcosa su Il Sole 24ore, sebbene la natura aziendalista di quel giornale (appartiene a Confindustria Ndr.) tenda ad impedirlo”.
Invece leggendo la stampa estera si capisce il valore che viene dato a dati e analisi. In Italia il dibattito è sovente inquinato dal rumore del populismo, della partigianeria. “Non c’è quasi mai sostanza”, dice Silvia. Il fronte anti-euro, ad esempio… “Oh, quello non ha alcun fondamento” liquida così la questione. “L’Italia è il Paese europeo con la percentuale più alta di euroscettici. Più della Grecia. Ora, è vero che l’Euro è nato con dei problemi, è indiscutibile ciò. Ma è anche vero che il sistema è perfettibile. In questi anni sono stati fatti molti miglioramenti, grazie al ruolo di supervisore assunto dalla BCE. Quello che servirà in futuro sarà il salto ad un’unione fiscale.”
Una domandina da rivista femminile, ce la concede? Cosa vuol dire essere donna in un mondo prettamente maschile? E a proposito, perché è tanto maschile il mondo dell’economia?
“Forse perché spesso chi si muove in quel mondo lo fa per interesse personale.”
Un’ultima domanda stupidotta e poi parliamo di cose serie, promesso: il Gruppo Bilderberg esiste davvero? “Suppongo esista, ma la sua natura complottistica è tutta italiana. In Italia siamo complottisti nati. Amiamo le spiegazioni facili. E il guaio è che certe spiegazioni fanno tendenza e poi finiscono dritte dritte sui media”. Appunto, anche su TrentinoMese...

DA “BRUEGEL” ALLA COMMISSIONE EUROPEA. E RITORNO

Nel 2011, cioè l’altro ieri, Silvia Merler segue un corso di specialistica in economia e scienze sociali. Quindi arriva alla tesi, con un argomento non molto studiato, ma maledettamente attuale: “Squilibri macroeconomici all’interno dell’unità monetaria”. Analisi esclusivamente empirica, basata sui dati: un chiodo fisso di Silvia, specie quelli applicati alla macroeconomia.
Ma si sa, lo studio e il lavoro sono cosa diversissime tra loro, come due cugini di trentaduesimo grado. “Subito dopo il dottorato ho voluto vedere come funzionava il mondo reale”. Ecco allora, nel 2012, dodici ore fa, la sua prima assunzione a Bruegel (http://bruegel.org) PS: Oggi, 17 agosto 2015, c’è un suo commento fresco fresco all’accordo del terzo piano di salvataggio della Grecia. Almeno così mi pare… È tutto in inglese, naturalmente. Lingua imparata e affinata non a scuola, ma… “Ho appreso l’inglese guardando con regolarità le puntate di Big Bang Theory in lingua originale. Riguardavo la stessa puntata più volte, fino a quando non capivo tutto.” Insomma, un’altra lingua, a volerlo, la si può imparare, e bene, anche senza muoversi dall’Italia.
Nel 2013, cioè due minuti fa, Silvia viene assunta alla Commissione Europea come analista economico del Fondo Salva Stati, ma qualcosa non la convince. “Sì, il lavoro mi piaceva, ma in quanto Istituzione, trovo che non ci fosse molta libertà di opinione”. È per questo che torna nel pensatoio di Bruegel, dove si trova più a suo agio, nonostante sia esposta ogni giorno alla discussione e a critiche a cui deve sempre essere in grado di rispondere.

TRA MOGLIE E MARITO, LO SPREAD
E la vita privata? Beh, un sacco di economia anche lì. Non nel senso che lei e il marito sono attenti al risparmio, ma per il fatto che il marito è il noto giornalista economico Fabrizio Goria. Immaginiamo che discussioni nella loro casa milanese: “Sì, a volte discutiamo animatamente – dice Silvia divertita – quasi sempre abbiamo opinioni diverse.”
Il Trentino Book Festival quest’anno ha ospitato Serge Latouche, teorico della decrescita felice, lei cosa ne pensa? “Penso che le sue siano idee molto romantiche, ma che hanno poca attinenza con la realtà. La verità è che la gente sta meglio, anche psicologicamente, quando un Paese cresce. E non si può crescere sempre con lo stesso modello economico”. Può farci un esempio? “Certo. Prendiamo la Spagna. Prima della crisi del 2011 cresceva tantissimo, vi era una bolla immobiliare. La crisi è stata l’occasione per ripulire il sistema, rivedere le esportazioni, ecc. Oggi esportano tantissimo, specie in Sudamerica.” Insomma, ci sta dicendo che la crescita è indispensabile? “Al calo della crescita di un Paese corrisponde il calo del reddito di tutti, mentre magari il resto del mondo va avanti…”
E del Ministro Padoan cosa pensa? “In estrema sintesi credo che abbia imboccato una strada positiva.”
Parliamo un po’ di Grecia, tormentone di questa estate 2015…. “Intanto diciamo che spesso i media, specie in Italia, hanno raccontato la crisi greca in maniera fuorviante. Ad esempio, il referendum popolare è stato spacciato come riguardante la conservazione della sovranità nazionale; in realtà, la questione era un’altra e non era nemmeno più sul tavolo”.

“CARI GIOVANI, ANDATE ALMENO UN PO’ ALL’ESTERO”
Silvia Merler non ha ancora trent’anni, a chi se non a lei possiamo chiedere cosa consiglia a un ragazzo o una ragazza che si trova a dover affrontare il mondo del lavoro o dello studio avanzato? “Su una cosa non ho dubbi: trascorrere almeno un po’ di tempo all’estero. È un’esperienza che apre la mente in modo formidabile. Si diventa più capaci di interpretare la realtà in modo diverso.” Scusi, ma sta per caso fomentando la fuga dei cervelli? “No, no. È solo questione di non accontentarsi. Il posto fisso è oramai un relitto del passato. Certo, il rischio che in quel breve soggiorno all’estero ci si trovi bene sussiste…”
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