FRANCESCA NEGRI: “DIMMI CHE VINO BEVI E TI DIRO' CHI SEI...”



Una storia che trasuda vino e trasmette tenacia: quella di una ragazza di provincia che insegue ostinatamente le sue passioni: il giornalismo e l’enogastronomia, senza trascurare la famiglia e la maternità. Insomma, una specie di miracolo. Adesso Francesca Negri approda alla grande editoria con il volume “Vino prêt-à-porter”, edito da Rizzoli. E pensare che tutto cominciò con quegli annunci al settimanale “Bazar”...

I trentini che hanno pubblicato per un editore nazionale si contano sulle dita di una mano. Tra quelli che ci sono riusciti con la saggistica al momento ce ne viene in mente solo una: Francesca Negri, giornalista e Donna del Vino, critica enogastronomica, seguitissima blogger di lifestyle su geishagourmet.com. Di suo è infatti da poco in libreria “Vino prêt-à-porter” (Rizzoli), come recitano le note di copertina, “la prima guida facile e completa, dedicata a tutte le wine lover (o aspiranti tali), condita con un pizzico di ironia e tanti consigli pratici”.


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Sara Maino: «MILIONI DI FAN, MA RESTO UMILE...»



Originaria di Rovereto e cresciuta ad Arco, Elisa Maino è la “muser” che appassiona milioni di teenager italiani. Spopola con i suoi video di “lip-sync” sul social-network Musical.ly e ottiene un formidabile successo di pubblico con il suo romanzo “#Ops”, in cima alle classifiche di vendita italiane. Ma al contempo non dimentica la scuola e sogna di diventare medico. Scopriamo qualcosa di più di questa quindicenne dal sorriso trascinante

«Una ragazza solare, estroversa, dolce, legata ai familiari». Con queste parole si presenta Elisa Maino, la “muser” più famosa d’Italia, e vuole mettere ben in chiaro di non essersi montata la testa. «Da tre anni è arrivato il successo, ma non sono cambiata: mi impegno a scuola, vado al Liceo Classico di Riva, sono a tutti gli effetti un’adolescente normale che ama ballare e andare con lo snowboard».
Che questa quindicenne nata a Rovereto e cresciuta ad Arco, dal sorriso spiazzante e dagli occhi luminosi, reagisse in questo modo al successo formidabile che le è piovuto addosso, non era affatto scontato. Partendo dai social-network, il nome di Elisa è arrivato fino in cima alle classifiche di vendita dei libri: il suo romanzo, “#Ops”, edito da Rizzoli, è al momento settimo nella classifica dei libri più venduti di narrativa italiana.
Elisa rappresenta autenticamente un “fenomeno” che sui social-network coinvolge milioni di appassionati. È stata la prima italiana a raggiungere il milione di follower su Musical.ly, la “piattaforma” che appassiona i teenager di tutto il mondo e che si basa sul “lip-sync”: l’ “autore” condivide brevi filmati in cui “doppia” le sue canzoni del cuore, accompagnando il tutto con pochi e semplici gesti coreografici. Non sono necessarie abilità canore, ma simpatia, estroversione e voglia di divertirsi.
Elisa ha così legato la sua fama sui social all’amore per la musica. Il suo approccio alle “sette note” è quello in qualche modo tipico della sua età: si concentra sui brani nuovi che mettano di buon umore e considera «vecchi», con grande sconcerto di chi sta scrivendo, brani del 2012 o giù di lì e non ascolta i Beatles o i Rolling Stones perché «non sono vicini al suo stile».


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Adriana Volpe: la carriera come una salita in montagna



Ha lasciato il trentino quando aveva 18 anni, oggi è una delle più seguite e apprezzate conduttrici della televisione nazionale. L’abbiamo intervistata nella sua casa romana, domandandole un po’ di tutto: del suo lavoro, l’appuntamento quotidiano a “mezzogiorno in famiglia” e, naturalmente, della sua famiglia: del marito roberto e della piccola Gisele

Una delle prime constatazioni, derivate dalla semplice osservazione, che mi trovo a fare nell’incontrare Adriana Volpe sotto casa e nell’accedere al suo appartamento di Roma nord, è che la conduttrice trentina, noto volto dello storico programma di Rai2 “I fatti vostri” e, da settembre dell’anno scorso, di “Mezzogiorno in famiglia”, predilige i colori chiari. E la semplicità.
Trucco leggero, capelli lisci sciolti che incorniciano quel viso così familiare, che non è cambiato negli anni e che non ha bisogno di artifici per essere valorizzato nella sua bellezza naturale e luminosa. E questa maglia monocolore bianca, semplice, che ne rischiara ancora di più i tratti armoniosi e il sorriso.
La casa rispecchia la sua proprietaria; luminosa e senza fronzoli. L’arredamento è minimal e raffinato, il colore di quasi ogni oggetto ondeggia in uno spettro che va dal bianco al panna, al grigio chiaro, al marroncino, al rosa pallido.
Le pareti, i rivestimenti dei divani e delle poltrone e i mobili parimenti chiari, riflettono la luce del sole mano a mano che la Volpe apre le tende dell’ampio salone; è il primo pomeriggio e la casa deve ancora essere “svegliata”, perché Adriana è uscita la mattina molto presto per accompagnare la figlia Gisele (6 anni e mezzo) a scuola e poi, subito dopo, partecipare a un incontro di lavoro che si è protratto fino al nostro appuntamento. “Io mi sveglio sempre la mattina prestissimo, e dormo poco. Mi alzo verso le 6 e mezza e vado a dormire non prima dell’una” mi spiega, aggiungendo che, dopotutto, “fa parte” della vita di chi concilia il lavoro con l’essere mamma.



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Kevin Delaiti: ago, filo e... 22 anni



La sfida del giovane sarto, Kevin Delaiti, che nel suo atelier confeziona capi d’abbigliamento unici e personalizzati. Tra artigianato, manualità ed arte, circondato da Singer e tessuti di ogni tipo, in un ambiente dallo stile parigino, il tentativo di riportare in auge questo mestiere antico, nelle “rue” del centro di Rovereto.

Non chiamatela fortuna, a 22 anni fare il lavoro che si ama, aprendo bottega con tutti i rischi annessi, non è questione di fato ma di tenacia, testardaggine e tante capacità.
Sì, perché quella di Kevin Delaiti, roveretano, classe 1995, è una passione che scoppia alle medie quando butta giù i primi schizzi di abiti ed inizia a disegnare moda. La sua vera fortuna è avere accanto una madre che se ne accorge e lo incoraggia, una donna sensibile, capace di spronarlo costantemente, una vera e propria spalla che lo incoraggia a seguire la propria passione.
Così, dopo aver studiato moda per quattro anni all’Istituto “Canossa” di Trento e partecipato a diversi stage, anche con nomi importanti, dopo aver ottenuto la maturità in ragioneria “perchè non si sa mai”, dopo altri due anni di lavori precari nel campo della sartoria, Kevin decide di fare il grande passo e mettersi in proprio. In quel momento ha 20 anni, un sogno da realizzare, il coraggio di prendere in mano il proprio futuro, ed è il caso di dirlo, cucirselo su misura.
Inaugura “Cinquantacinque”, il suo atelier a Rovereto in via Bezzi, uno spazio confortevole in centro città da cui iniziare. Sceglie di rimanere nella sua comunità, è un ragazzo con i piedi ben piantati a terra che non vuole fare il passo più lungo della gamba, anche perchè qui la concorrenza è minore rispetto ai grandi centri della moda e le conoscenze posso aiutarlo a partire, vuole farsi una reputazione, meritarsi ogni piccolo passo in avanti. Il nome del suo laboratorio artigianale è un mix di fantasia tra la somma dei numeri che compongono la sua data di nascita e il giorno in cui è venuto al mondo: 5 e 5. Ed è in questo spazio che può finalmente mettere in campo tutte le sue capacità, esercitando un lavoro dal sapore “antico” arricchito da tanta passione e manualità.
Forse per questo sorride appagato quando racconta questo mestiere: “Sento il bisogno di tornare indietro, al passato, gustandomi l’intero processo di sartoria. Per me è fondamentale il rapporto con i clienti, la scelta dei materiali, prendere le misure, disegnare i cartamodelli e trasferirli sulla stoffa. Ci vuole molta pazienza in questo mestiere, le regole sono abbastanza rigide e capita anche di sbagliare, dover rifare tutto. La soddisfazione è però enorme quando si coglie la giusta intuizione per confezionare abiti unici e personalizzati partendo da zero”.


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ANDREW BASSO: L’ARTISTA DELL’IMPOSSIBILE



La sua carriera – dagli esordi agli spettacoli oceanici – e l’evoluzione artistica, ma anche tante curiosità su uno degli illusionisti attualmente più noti: intervista esclusiva al trentino che sta incantando il mondo con le sue magie al limite delle possibilità umane

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MATTEO LUNELLI: LA MIA VITA A BORDO DI "UN" FERRARI



GLI STUDI A MILANO, IL MONDO DELLA FINANZA E POI L’ENTRATA NELL’AZIENDA DI FAMIGLIA, QUELLA DELLE BOLLICINE NOTE IN TUTTO IL MONDO. IL PRESIDENTE DI “CANTINE FERRARI” CI PARLA DELLA SUA GIOVENTÙ, DEL LAVORO, MA ANCHE DELLA FAMIGLIA, DEL MONDO DEL VINO E DEL FUTURO CHE DESIDERA PER I PROPRI FIGLI. UN RACCONTO APPASSIONATO, PERCHÉ È PROPRIO LA PASSIONE – ASSIEME ALLA CURIOSITÀ – IL SENTIMENTO CHE LO GUIDA DA SEMPRE...

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LORENZO DELLADIO: CON LA MONTAGNA AI VOSTRI PIEDI



QUANDO SI PARLA DI SCARPE DA MONTAGNA, DAGLI USA ALL’HIMALAYA, TUTTI CONOSCONO IL MARCHIO “LA SPORTIVA”. È IL FRUTTO DI UNA STORIA FAMIGLIARE LUNGA NOVANT’ANNI E DELL’OPERA INSTANCABILE DI LORENZO DELLADIO, OGGI UNICO PROPRIETARIO DELL’AZIENDA. IMPRENDITORE DINAMICO, PILOTA DI RALLY, INNOVATORE ANIMATO DA UNA VISIONARIETÀ A VOLTE FORSE TROPPO LUNGIMIRANTE PER ESSERE RECEPITA OGGI. IL PROGETTO “PASSO ROLLE” NE È SOLO UN ESEMPIO...

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Silvio Defant: professione attore a Los Angeles



24 anni, originario di Caldonazzo, da tempo vive negli States, dove ha iniziato una vivace carriera da attore nientemeno che a Hollywood. Ha recitato in una pubblicità per Facebook che ha fatto il giro del mondo, in uno spot per un drone cinese, si è messo nei panni di un ex ladro e persino di un cannibale. Lo abbiamo intercettato durante una vacanza in Trentino...

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Hans Kammerlander: “Montagna, amica, nemica e vita mia”



A chi scrive, addentrarsi nelle profondità dell’Alto Adige ha sempre dato la sensazione che ti può dare un bagno caldo dopo una lunga passeggiata in montagna, d’inverno, sotto una pioggerellina gelata e persistente. Siamo a pochi chilometri dai luoghi in cui trascorriamo le nostre giornate, ma il salto geografico è molto più ampio di quel che sembra. È come se da Bressanone in poi il tempo e lo spazio cambino proporzioni e si allunghino percettibilmente. Per questo quando giungiamo a Campo Tures restiamo un attimo interdetti nel leggere il cartello segnaletico della piazzetta principale: “Piazza Hans Kammerlander”. Caspita. Non crediamo capiti a molti giornalisti di andare ad intervistare qualcuno in una piazza che porta il suo stesso nome…
Tuttavia questo flash toponomastico ci aiuta a cogliere essenzialmente due cose: intanto la levatura del personaggio; in seconda istanza la considerazione che da queste parti ha tutto ciò (uomini, imprese, attrezzature, cime, vette e cocuzzoli vari) che ha a che fare con lei: Nostra Signora la Montagna.
Hans ci riceve nel suo – come potremmo definirlo? – studio? Atelier? Negozio? Sancta sanctorum? Mah, e chi lo sa... Fatto sta che siamo nella mansarda della palazzina che ospita l’Ufficio Turistico. Addossati alle pareti ci sono i cimeli delle imprese, i ricordi delle cordate, e poi magliette e gadget del Mondo Kammerlander. È senza paura di sbagliare che potremmo definire questa mansarda una sorta di diorama vivente del grande scalatore altoatesino. Che prima di cominciare a rispondere alle nostre domande si accende la prima di molte sigarette, smussando il tipico distacco altoatesino con una nota di confidenza e nonchalance bogartiana.
“L’alpinismo non è preciso come una gara di sci” esordisce il nostro padrone di casa, come anteponendo una sorta di protasi alla nostra intervista. “L’alpinismo è veloce… Io sono sicuro che almeno metà delle imprese dichiarate non sono così vere… Soprattutto se parliamo di arrampicata”.

MAURIZIO ZANOLLA “MANOLO”: COME HO VINTO LA GRAVITÀ



Intervistarlo è difficile. Non solo perché lui è molto restio all’esposizione mediatica. Sì, insomma, non ama stare sulle copertine e immolarsi al sacro altare del giornalismo. Anche perché poi questi “sacramenta” di imbrattacarte tendono sempre a parlare di sé piuttosto che del personaggi che hanno di fronte. Ma intervistare Maurizio Zanolla, in arte “Manolo” è difficile anche per ragioni di geolocalizzazione. Voglio dire: arrivare in Primiero è relativamente facile, il difficile poi è arrampicarsi su quel pendio al limitar del bosco, con i cilindri dell’auto “cittadina” che urlano di dolore. Senza contare che dobbiamo bussare a diverse porte prima di giungere alla sua.
Ma la cordialità con cui ci accoglie ripaga – noi e la nostra auto – di ogni sforzo. La sua è la tipica casetta che in tanti sognano, quando nei momenti di stress prefigurano una definitiva quanto immaginifica fuga dal mondo civilizzato. Soffitti bassi, cimeli e ammenicoli in ogni dove, un calore che ti avvolge e ti mette a tuo agio. “L’ho costruita con le mia mani” dice Maurizio, puntandoci addosso come laser quei due occhioni chiari. È non è certo un modo di dire. L’ha costruita veramente lui, pezzo per pezzo, con le sue… mani. Eccole qua le altre protagoniste di questo ritratto, la mani di Manolo: una propaggine dell’uomo, dell’anima e del cuore. Non due semplici arti di utilità, ma due coprotagoniste di una vita intera.
Stiamo parlando, di fatto, di uno degli inventori dell’arrampicata moderna. Di uno che nel 1978 ha aperto 28 vie in un mese. Di uno che a 54 anni suonati ha aperto una via di grado 9a e che a 59 anni ha ripetuto una via aperta nel 1981. Qui si parla di uno preciso, preparato, allenato. Uno degli unici quattro incidenti gravi li ha avuti in macchina. E non guidava lui.
E poi uno così è bello sentirlo parlare a prescindere, anche di grandi temi, come la vita e la morte. C’è nelle sue parole un’umiltà a tratti sconcertante che però non fa altro che rafforzare la dignità delle sue parole. E poi, sai che c’è? Che quel suo timbro grave, quella parlata nervosa, cadenzata ricorda, per lo stupore, la purezza e la lucidità, quella di Pier Paolo Pasolini. Che gli assomiglia pure un po’ fisicamente.Leggi tutto l'articolo…

Tutta la storia della Coster

A Calceranica e paesi limitrofi il segreto è quello di Pulcinella, considerato che praticamente una famiglia su due ha qualcosa a che fare con la Coster: un parente, un conoscente, un amico che ci lavora lì dentro ce l’hanno proprio tutti.
Come bambini un po’ assonnati che alla sera hanno un bisogno insopprimibile di una storia prima di abbandonarsi alle braccia di Morfeo, così noi avevamo più volte tentato di convincere Rolando Segatta, de facto il “fondatore”, a raccontarci la “sua” di storia. Ma non c’era stato niente da fare. Il suo carattere estremamente schivo, la sua umanità votata alla riservatezza non hanno permesso che si schiodasse dalle sue convinzioni. Fino a che, nell’agosto del 2015, non ci arrivò la triste notizia che all’età di 90 anni Segatta era passato a miglior vita.Leggi tutto l'articolo…

Luciano Pisoni: Al "centro" esatto della musica

LA SUA AZIENDA DETIENE IL 98% DEL MERCATO. QUALE MERCATO? BEH, QUELLO DEI PADS. COSA SONO? SCOPRITELO LEGGENDO QUESTO ARTICOLO. LUI È LUCIANO PISONI, INVENTORE DI “MUSIC CENTER” CHE È MOLTO DI PIÙ CHE UN NEGOZIO DI STRUMENTI MUSICALI. INIZIA A FARE IL MECCANICO DA PICCOLO. DA ALLORA NON SI È PIÙ FERMATO…



Andiamo a casa di Luciano Pisoni con addosso una grande curiosità. Vogliamo capire una volta per tutte cosa producono esattamente i suoi stabilimenti. Perché il marchio Music Center, vabbè, quello da queste parti lo conoscono un po’ tutti. Negozio di strumenti musicali, elettrodomestici dagli anni Ottanta ai primi Duemila. (Alzi la mano chi non è mai andato ad acquistare un televisore, un giradischi, una lavatrice, una chitarra nei locali di Via Brennero e di Gardolo).
In realtà, però, la sua attività “vera” è un’altra. Lui produce un oggettino misterioso chiamato pad. Ok, detto così non risolve il mistero, ma possiamo considerarlo un inizio e se avrete la pazienza di leggerci fino alla fine.
Nel suo catalogo ci sono qualcosa come 200mila pezzi e questo numero farà alzare le orecchie anche al lettore più distratto. Ma partiamo dall’inizio, quando l’avventura Music Center è cominciata.

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Angelo De Tisi: in navigazione sulle onde radio

Direttore di crociera, poliglotta e giramondo, intrattenitore e imprenditore radiofonico. Pignolo, visionario, carismatico. Angelo De Tisi È Un vero vulcano di aneddoti: dal “calumet” di Panama, alla radio locale di aruba che avrebbe ispirato radio Dolomiti, fino a quel tecnico modenese che sarebbe diventato tanto famoso...

Angelo de Tisi è un personaggio, suo malgrado. Riservato, quasi schivo, vive a Margone di Vezzano, con la moglie Brenda, nella casa a picco sul lago di Toblino con vista spettacolare sul lago di Garda. Sì, proprio lì, dove tutto ebbe inizio… Ma forse è meglio procedere con ordine. Perché la storia merita. Chiedo ai lettori di perdonare l’emozione, chi scrive ha vissuto con Angelo un bel pezzo di vita, e quando si riavvolge il nastro c’è sempre il rischio che si inceppi proprio sul più bello. Mi prendo anche la licenza di dare del “tu” all’intervistato.


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Una fascia per Giorgia

Bella, alta, bionda. Ma non solo. Giorgia Zenatti, diciottenne di Rovereto che ha conquistato un importante riconoscimento nel recente concorso di Miss Italia, ha molti progetti per il suo futuro. E, insieme a tante altre curiosità, li ha raccontati a TRENTINOMESE.



Arriva trafelata al nostro appuntamento, con una borsa da viaggio al seguito, pronta a partire per Treviso per una campagna pubblicitaria, uno dei tanti impegni che la vedono protagonista in questo periodo. Ma nonostante gli orari e i vincoli di tempo, sfodera uno dei suoi bei sorrisi e si accomoda nello studio, pronta a raccontare ed a raccontarsi.
Dalle prime informazioni riusciamo subito a capire che Giorgia possiede molte qualità, tra le quali spicca l’attitudine allo studio. Diplomatasi quest’anno al Liceo Linguistico di Rovereto con la massima valutazione, 100 (wow!), a breve inizierà a frequentare l’Università trilingue a Bolzano, dove studierà economia e management.

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Mauro Giacca: "Meglio sognare che non farlo"

Ecco un vero self made man. Una casa super domotica, tra classicità e design ultramoderno. Un’azienda leader nel settore della componentistica elettrica e un grande progetto sul calcio Trento che comincia a dare i suoi frutti. Mauro Giacca lavora con la convinzione che la sinergia sia la parola chiave per raggiungere qualsiasi traguardo nella vita. Anche quelli tracciati dalle passioni più grandi. Insomma, una storia personale che forse è anche un po’ la storia di una comunità.

La sua casa, innanzitutto. Una costruzione che non passa inosservata. Potrebbe esserlo su una rambla di Barcellona o su una collina di Los Angeles, ma qui a Trento, a due passi dall’ospedale Santa Chiara, inosservata proprio non riesce ad esserlo. A definirne lo stile ci penserà lui stesso all’interno dell’articolo che TrentinoMese ha deciso di dedicargli questa volta. Lui è Mauro Giacca, classe 1971, viso da ragazzo, idee da uomo navigato e convinzioni da saggio capo indiano. Una breve vita quella che fino ad oggi ha voluto dividere in tre, tra gli affetti, la passione per il lavoro e quella per lo sport più bello del mondo: il calcio.


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Antonello Briosi: “Il segreto è pensare in 3D"

La sua creatura si chiama Metalsistem e immette sul mercato un nuovo prodotto ogni settimana. 800 dipendenti, 100mila tonnellate di acciaio all’anno per colossi come Lidl, Ikea e Gucci. “Senza la passione”, dice, “non si fa nulla e la politica dovrebbe riscoprire il valore della gratuità”. E riguardo al Trentino: “Siamo dei privilegiati e non sappiamo di esserlo”

Tutti sanno che c’è, vedono questa grossa e, per certi versi, elegante struttura industriale alla periferia di Rovereto, tanti ci lavorano e sono tante le famiglie coinvolte tra azienda ed indotto, eppure cosa si faccia esattamente nella Metalsistem SpA resta un mistero per i più. Un mistero affascinante, come spesso accade a certe realtà produttive. La gente – si sa – si aspetta sempre risposte rassicuranti un po’ su tutto. E anche sui prodotti, se non si tratta di qualcosa che si trova in casa (nell’armadio, nel frigorifero, ecc.) allora il mistero è come se si infittisse. Riguardo alla Metalsistem, poi, “Scaffali” è la lapidaria, semplicistica risposta che vi sentirete dare se vi capitasse di domandare un po’ in giro. E che ci faccia un’azienda con 800 dipendenti nel mondo in un periodo nero per l’economia mondiale e come faccia a fare utili tra i tre e i cinque milioni ogni anno sono quesiti talmente impellenti che abbiamo deciso di andare a porre direttamente a colui che è l’artefice di tutto: Antonello Briosi. Classe 1950, una passione per la psicologia e un piglio accattivante, pacato, ma che trasuda genialità da ogni poro, un po’ alla Steve Jobs, per intenderci…

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Polenta e canederli in Usa

Denis Franceschini è un ragazzone trentino che si è accostato per gioco alla ristorazione e maturando ne ha fatto la sua professione. Nel suo locale di New York, clienti Vip come Pierce Brosnan, Jose Carreras, Andrea Pirlo e Ivana Trump sono di casa, perché apprezzano la cucina tricolore

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Mario Marangoni: un highlander dell’industria italiana

Non ama molto le interviste né i giornalisti, ma per noi di Trentinomese ha fatto un’eccezione. Una vita straordinaria la sua. A partire dagli anni dell’adolescenza a Rovereto, nell’officina del padre Giuseppe, quando è scattata in lui la scintilla dell’intrapresa. Una visione chiara dell’economia mondiale che lo ha portato – assieme ai fratelli – a creare un vero e proprio impero economico nel settore degli pneumatici e dei macchinari che li producono. Non si fa pregare per dire la sua su Renzi, Ugo Rossi, la globalizzazione e... la Merkel.Leggi tutto l'articolo…

Daria de Pretis: una trentina a “Corte”

Siamo a casa sua, accanto allo studio legale dove ha lavorato per anni. Insegnamento, esercizio della professione di avvocato, carriera accademica: il suo curriculum è un rutilante bruciare le tappe. Dopo l’inaspettata nomina al rettorato dell’università trentina, nel novembre scorso Daria de Pretis è stata chiamata dal presidente Napolitano a far parte della corte costituzionale. Ci siamo fatti spiegare in cosa consiste il suo lavoro e le abbiamo chiesto un parere su alcune questioni di scottante attualità.


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Aboulkheir Breigheche: “Islam significa Pace”

Arriva in Italia nel 1966, da Damasco. Dieci anni dopo, È uno dei medici più giovani d’Italia, uno dei primi stranieri. Arriva in Trentino, a Mezzocorona, dove esercita la professione per più di 20 anni. Oggi È in pensione e guida la comunità islamica del trentino alto adige. A ruota libera, ci parla delle nefandezze compiute in Siria dal regime degli Assad, dell’Isis e della fede islamica che – dice l’imam Breigheche – è la religione della fratellanza e della pace
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Luis Durnwalder: il "riposo" del guerriero



Riceve tantissime lettere tutti i giorni. “La gente – dice – si rivolge a me come se fossi ancora il governatore”. Siamo andati a trovarlo e Ci ha dato qualche consiglio per Ugo Rossi e per il Trentino, prima di lanciare una frecciatina al suo successore, Arno Kompatscher

Gabriele Fratton: la "normalità" del milionario



Fare una grossa vincita che permette di vivere di rendita, può cambiare l’esistenza? Lo abbiamo chiesto al signor Gabriele Fratton, il pensionato di Spera, in Valsugana, che l’anno scorso ha vinto quasi 3 milioni di euro al Lotto e che, dopo avere comperato una bella casa, una macchina sportiva ed essersi tolto qualche sfizio, dice di vivere come faceva prima. e ci spiega che davvero bisogna “giocare senza esagerare” perché nel suo caso sono bastati 3,50 euro per diventare milionario, ma che alla fine la vera felicità sta nella vita di tutti i giorni e non nelle cose “da ricchi”…
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Silvia Merler: uno sguardo sul mondo



Il dibattito economico in italia? Non c’è quasi mai sostanza. Perché solo uomini in economia? spesso ci sono interessi personali. Il sistema euro? È perfettibile. Silvia Merler, 29 anni, trentina e bocconiana, vive tra milano e bruxelles, ma sta per volare negli States. È tra le personalità emergenti negli ambienti in cui si discute (e si inFluenza) l’andamento dell’economia europea e mondialeLeggi tutto l'articolo…

Maurizio Passerotti: viva la Romania!



Da pioniere dell’informatica a Console onorario della Romania. Ecco il racconto di come, questa sorta di Steve Jobs trentino, dopo essere diventato imprenditore di successo, ha costruito una grande amicizia con il popolo rumeno,
a cui ha dato e da cui ha ricevuto tantissimo.
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Il Trentino dei bambini: l'idea che mancava



“Il Trentino dei bambini” è diventato rapidamente la principale risorsa per chi vuole godere del nostro meraviglioso territorio in compagnia dei più piccoli, contando su continue idee e proposte per il tempo libero, ma anche sull'approfondimento dei servizi utili alla gestione familiare. Un progetto sempre più articolato, che si è sviluppato in una maniera impressionante in soli due anni: è un sito con oltre 1500 visitatori al giorno (il 50% fuori provincia), una trasmissione tv su Rttr, una pagina Facebook seguita da oltre 16 mila fan, uno spettacolo diventato itinerante, una manifestazione che attira migliaia di persone entusiaste a Trento Fiere ed ora anche una guida – edita proprio da Curcu e Genovese – che sta riscuotendo un grandissimo successo. Leggi tutto l'articolo…

Chi dice tacco dice donna



Portare lo stiletto con disinvoltura è il mito di (quasi) ogni donna: oggi questo sogno è diventato realtà, grazie ai seminari di portamento con tacchi, organizzati e condotti dalla poliedrica Cristiana Bertelli

Udite, udite, donne di tutte le età. Portare il tacco alto non è più un’utopia, un desiderio irraggiungibile. Basta mettere in campo un pizzico di voglia di imparare ed il gioco è fatto. Il tacco alto rappresenta per ogni donna un’importante conquista, che investe non solo la sfera della femminilità intesa in senso globale – al di là del concetto riduttivo di mera vanità – ma che abbraccia una più ampia connessione psicologica. Tradotto concretamente, una donna che esalta le sue caratteristiche con un bel portamento diventa più sicura di sé, rafforza la propria autostima, esprime al meglio la consapevolezza di essere se stessa a trecentosessanta gradi. Il tacco, specialmente quello alto – quello che per intenderci veleggia dagli otto ai dodici centimetri – rappresenta molto spesso un incubo per la donna moderna, che considera impresa impossibile destreggiarsi su cotante altezze nell’ordinario svolgimento delle consuete attività di tutti i giorni. Tuttavia, parlando con Cristiana Bertelli, abbiamo capito che non c’è niente di impossibile, anche per quelle donne cresciute a rasoterra per timore di non riuscire a gestire il tacco.
Riduttivo definirla semplicemente “ballerina” o “istruttrice di ballo”; sfogliando il suo curriculum, scopriamo che Cristiana ha un palmares che racchiude tutto quanto parla di danza e sconfinati dintorni, tra i quali il prestigioso ruolo di coach in una delle più imponenti manifestazioni della bellezza declinata al femminile, quale il concorso di “Miss Italia”.
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Rinaldo Detassis: in principio fu un “bidone”



Si definisce “molto fortunato”, ma l’intraprendenza e la tenacia nel corso di sessant’anni di carriera sono state decisive. la sua soddisfazione più grande? Quella di non aver mai invidiato o imbrogliato nessuno

Quando parla di sé sembra ti stia raccontando la vita di qualcun altro, con fare disarmante cerca in tutti i modi di “normalizzare” tutte le cose straordinarie che ha fatto nella vita. Ma non è solo umiltà quella di Rinaldo Detassis. È anche saggezza che fa belle le persone, ne rende piacevole la compagnia, gustoso lo scambio di opinioni, irresistibile l’aneddotica. Un racconto del passato che riesce a dare una forma ad un possibile futuro. Detassis è un raro esempio di imprenditore illuminato, innovatore in anni in cui l’innovazione era un rischio e una presunzione. Un uomo per il quale il lavoro non è mai stato una componente accessoria dell’esistenza, ma il mezzo per dare a quell’esistenza una forma e un senso profondo. Sin da quando, poco più che adolescente, preso il diploma di computista, nel 1954, comincia a fare il contabile alla Pedroni, una ditta di trasporto. Leggi tutto l'articolo…

Buona Pasqua con Cisa

Quella della Cisa 2054, storica fabbrica del cioccolato trentino, è una realtà unica in tutta la regione, che da più di sessant’anni si è specializzata nella produzione artigianale di cioccolatoLeggi tutto l'articolo…

Franco Moscon: attore per hobby in quasi cento film

Attore per hobby, vanta Ad oggi quasi 100 film: ha iniziato da ragazzino, per caso, lavorando per Antonioni, Wertmüller, Tornatore, Bellocchio, al fianco di mostri sacri come Sordi, Manfredi, Gassman… Lo abbiamo visto in “A un passo dal cielo” e nella serie TV de “L’Ispettore Derrick”. Una passione che dura da quasi 50 anni.
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