Tutta la storia della Coster

A Calceranica e paesi limitrofi il segreto è quello di Pulcinella, considerato che praticamente una famiglia su due ha qualcosa a che fare con la Coster: un parente, un conoscente, un amico che ci lavora lì dentro ce l’hanno proprio tutti.
Come bambini un po’ assonnati che alla sera hanno un bisogno insopprimibile di una storia prima di abbandonarsi alle braccia di Morfeo, così noi avevamo più volte tentato di convincere Rolando Segatta, de facto il “fondatore”, a raccontarci la “sua” di storia. Ma non c’era stato niente da fare. Il suo carattere estremamente schivo, la sua umanità votata alla riservatezza non hanno permesso che si schiodasse dalle sue convinzioni. Fino a che, nell’agosto del 2015, non ci arrivò la triste notizia che all’età di 90 anni Segatta era passato a miglior vita.
Le nostre attenzioni allora si spostarono sull’uomo che più di tutti era stato vicino al grande patron, colui che per decenni è stato il suo più fido collaboratore. Quell’uomo è ora davanti ai nostri microfoni. Si chiama Adalberto Geier. Classe 1931, 85 anni portati con estrema disinvoltura ed eleganza, Geier oggi si occupa della ricerca di nuovi prodotti. In passato è stato lo storico direttore generale, l’uomo che, dopo la sua ombra e sua moglie, seguiva più da vicino l’ingegner Segatta.
Da dove cominciare, dott. Geier?
“Da qui: dirigevo la Carbochimica di Trento, in via Brennero. Quando si è fusa con l’Italgas, mi hanno trasferito a Milano; lì ho lavorato quasi un anno”. Non serve nemmeno dirlo che a Milano gli avrebbero fatto ponti d’oro se fosse rimasto, ma Geier, veneziano di nascita, altoatesino di famiglia (i suoi gestivano una pensione alla Giudecca) e trentino d’adozione, voleva fortemente tornare sulle rive dell’Adige. Non si sa perché. È quasi una premonizione di quanto accadrà di lì a poco. Certi episodi delle nostre esistenze non sono prevedibili, ma con un’adeguato bagaglio di sensibilità ed intelligenza si possono comodamente percepire e intuire con un certo tempo di anticipo.
“Nella vita, prima o poi, tutti hanno un po’ di fortuna. La mia arriva sotto forma di telefonata da parte dell’ingegner Segatta, allora dirigente della S.I.T., Società Industriale Trentina, prima proprietaria della Coster…”. In precedenza, Geier aveva già incrociato la figura di Segatta sulle piste da sci in occasione delle gare tra dirigenti, ma soprattutto presentando alla S.I.T. alcuni progetti sui serramenti in plastica, allora completamente sconosciuti in Italia.
Inizia così la sua avventura personale alla Coster e, con essa, il sodalizio dei due. Siamo nel 1973.
La produzione delle finestre in plastica proposta da Geier non decollò (“Sai, Adalberto, in Italia ognuno vuole la sua finestra…” gli ripeteva Segatta), ma lui divenne Direttore generale della Coster poco dopo che la S.I.T. nominava Segatta Presidente.
Ma come ha fatto la Coster ad arrivare sulle rive del Lago di Caldonazzo, anziché in altri luoghi?
“La Coster nasce a Roma negli anni Cinquanta, fondata da due investitori che fissarono la sede produttiva a Corsico, in provincia di Milano. Guarda te la coincidenza, la moglie di uno dei due era imparentata con la moglie di Giorgio Grigolli (giornalista, prima Consigliere e poi Presidente della Provincia autonoma di Trento dal 1974 al 1979). È stato dunque questo accidentale legame familiare a trasportare la Coster dalla Capitale a Calceranica. Anche perché il Comune di Trento aveva da poco avuto in gestione gli edifici dell’ex miniera della Montecatini. In paese ricordano che un ruolo rilevante per il completamento dell’operazione lo ebbe allora anche il Cav. Vittorio Donati, sindaco di Calceranica.
Già allora, in azienda si producevano valvole spray, ma su parziale licenza americana. Le royalties da pagare per l’uso delle testine di riempimento erano molto alte. Non era ancora arrivato il tempo dei geniali brevetti che porteranno l’azienda al top in tutto il mondo. “E poi”, aggiunge Geier, “c’erano un sacco di dirigenti... troppi. Il parcheggio era pieno zeppo di Mercedes”.
Grazie all’opera lungimirante e conservativa di Segatta e alla direzione illuminata di Geier, nel 1976 arriva finalmente il primo bilancio in pareggio. Da lì in poi la Coster si espande a dismisura. Dai 300mila pezzi annui dei primordi si arriverà ai miliardi attuali. Fioccano le assunzioni, soprattutto tra la gente del posto.